Nuova vita alla vecchia finestra in legno
Nuova vita alla vecchia finestra in legno
Se è vero che il profilato di alluminio garantisce lunga vita agli infissi costruiti con questo materiale, è altrettanto vero che un appassionato fai da te non si spaventa certo di fronte ai lavori di manutenzione indispensabili per mantenere belle e funzionali nel tempo le finestre realizzate in legno.
Anzi, invece di aspettare che si deteriorino fino al punto da richiedere interventi di falegnameria, ne rinnova la protezione non appena ne scorge la necessità.
Naturalmente non è necessario portare gli infissi a legno ogniqualvolta presentino qualche scrostatura, però, dopo due o tre rinnovi rapidi, si rende necessario un intervento radicale, anche perché uno spessore eccessivo di finitura protettiva può precludere la funzionalità dell'infisso. Allora occorre armarsi di un po' più di pazienza, affrontare il lavoro quando si abbia a disposizione più tempo e portare tutta la superficie a legno. Sverniciare le finestre.
Per farlo a livello casalingo esistono sostanzialmente due metodi, tra loro molto diversi.
Uno consiste nel riscaldare lo smalto con la fiamma di un cannello o con un termosoffiatore in modo da poterlo asportare, man mano, con una spatola; tuttavia con questa tecnica anche la persona più esperta rischia di bruciacchiare qua e là la superficie del legno e quindi il sistema è controindicato per infissi da rifinire con una vernice trasparente.
Il secondo metodo si basa integralmente sul lavoro di carteggiatura, oggi facilitato dalle moderne e pratiche levigatrici.
Le superfici più estese e facilmente raggiungibili si lavorano bene con una comune levigatrice orbitale o con una più incisiva rotorbitale, ma per gli interstizi delle persiane, gli eventuali listelli fermavetro e gli angoli interni risulta più efficace quella a delta.
Per assicurare un buon risultato finale è importante che la levigatura sia protratta fino al punto da ottenre una superficie perfettamente liscia ed omogenea; per non rallentare ulteriormente i tempi, servono carte abrasive di diversa grana: il grosso della patina di smalto vecchio si asporta bene con carta del 60 o dell'80, eventuali zone più difficili richiedono una grana intermedia, quali possono essere la 120 o la 150, la levigatura finale si fa con un abrasivo molto fine, diciamo del 220 o 240.
Un altro aspetto da non trascurare assolutamente è la pulizia: dopo aver carteggiato tutta la superficie del legno è indispensabile spolverarla prima con una pennellessa morbida e poi con un panno, in modo da eliminare tutta la polvere che altrimenti resterebbe inglobata nello smalto sotto forma di granelli e che, se presente in una certa quantità, ne diminuirebbe l'ancoraggio. Per chi può, smaltare o verniciare all'aperto è molto più piacevole e, salvo il caso ii giornate ventose, in genere mette molto più al riparo dalla polvere che non nel laboratorio.
Tuttavia per ottenere buoni risultati occorre scegliere una giornata in cui l'aria non sia eccessivamente umida né il sole troppo cocente. Un altro degli inconvenienti più ricorrenti è quello di riparare parti danneggiate, imperfezioni, abrasioni e scheggiature. Mentre rimettere a nuovo una qualunque superficie smaltata si rivela relativamente semplice, perché tutte le imperfezioni si possono riempire e pareggiare con lo stucco normale, in polvere o in pasta, stendendo poi lo smalto, ben diverso è il caso dei serramenti, posti sulla linea di confine tra l'ambiente interno e quello esterno e esposti a molteplici sollecitazioni. Qui il legno deve sopportare notevolissime differenze di temperatura (+20° in casa, anche -20° fuori), Fazione del sole, del gelo.
Per riparare porte e finestre dobbiamo quindi usare un prodotto particolare: non è sufficiente che aderisca perfettamente alle superfici, ma deve anche accompagnare il legno in tutti quei piccoli movimenti di dilatazione ed assestamento dovuti al variare delle condizioni atmosferiche, senza staccarsi né formare croste. Ben maggiore deve essere la resistenza all'umidità, perché le parti da ripristinare sono logicamente quelle più esposte alle infiltrazioni d'acqua. Per questo tipo di riparazioni si trovano da qualche tempo in commercio dei prodotti che forniscono prestazioni ottimali: si tratta di colle poliuretaniche a due componenti, da miscelare nelle giuste proporzioni, che possono essere stese in grossi spessori e ricostruiscono anche parti strutturali